Anche nella regione Campania i Romani sono stati un popolo fondamentale per la cultura e lo sviluppo della tradizione vinicola; i Romani, importante civiltà che ha influenzato le sorti della storia europea e italiana, anche qui hanno capito che la bevanda del vino non era solo un gradevole drink da gustare e assaporare, ma avevano capito anche che da quella bevanda nascevano momenti di convivialità e di aggregazione fondamentali per loro e per i loro imperatori.
Questo straordinario popolo andava sempre alla ricerca di prodotti in grado di soddisfare i palati esigenti dei loro imperatori, il vino non era solo una bevanda per ricchi e potenti ma anche un delizioso drink per la popolazione più povera e per la plebe. Questa estenuante ricerca ha portato la Campania ad essere al centro della grande produzione di vini rossi che si esportavano attraverso tutto l’Impero Romano, “Campania Felix”, come era definita dai Romani, diventava così una delle maggiori regioni fornitrici di vini rossi e già a quel tempo, prodotti come il Falerno, il Faustiniano e il Caleno, divennero i “vini degli Imperatori”.
Il territorio molto vasto e le zone di produzione vinicole della Campania erano già state avviate alla coltura della vite dagli antichi Greci che qui capirono subito che le potenzialità di quelle terre in fatto di produzione di vino erano alte; la Campania infatti fa parte assieme alla Calabria, la Puglia e la Lucania dell’Enotria, un termine anticamente usato per definire la presenza di questo territorio molto vasto e che significava appunto “terra dei vini”. La presenza dei Greci in Campania non è casuale, questo popolo infatti introdusse nuove colture e nuove tecniche di lavorazione ma soprattutto introdusse dei nuovi importanti vitigni provenienti dalla Grecia come l’Aglianico, il Greco e la Falanghina che ancora oggi vengono considerati i prodotti portabandiera della Campania.
Nella regione campana oggi esistono molti vitigni sia a bacca bianca che a bacca nera, molti di questi sono vitigni autoctoni che hanno antichi origini romane come la Vitis Hellenica, l’Aminea Gemina e la Vitis Apiana; da questi antichi vitigni nascono i grandi vitigni campani attuali come la Forastera, l’Aglianico, la Biancolella, l’Asprinio, la Falanghina e la Coda di Volpe. Per lo sviluppo della grande tradizione vitivinicola della Campania non è stato fondamentale soltanto l’influsso delle diverse civiltà succedetesi nel territorio, ma anche le condizioni climatiche e la presenza di un territorio particolarmente fertile e produttivo che sono le condizioni più favorevoli per lo sviluppo e la coltura della vite.
Il territorio infatti, particolarmente ricco di potassio e di Sali minerali dovuti anche alla presenza di zone vulcaniche esistenti sul territorio, conferisce ai vini una grande struttura e un grande carattere, vini di grande personalità insomma che rispecchiano la natura e la tenacità del popolo campano; l’area vitata della Campania è molto estesa e comprende anche l’area dell’avellinese da cui nasce il famoso Taurasi DOCG, l’Aglianico del Taburno e il Solopaca prodotti nella zona di Benevento ed infine i Campi Flegrei da cui nasce l’omonima DOC di questa zona.
Le altre zone vitivinicole particolarmente interessanti sono la Costiera Sorrentina e Amalfitana da cui nascono il Penisola Sorrentina DOC e il Costa d’Amalfi DOC; anche nelle isole maggiori ci sono vitigni interessanti come il Capri DOC e l’Ischia DOC. Naturalmente l’area vitata della Campania non si ferma qui ma prosegue oltre, giusto a testimoniare la quantità di vini prodotti in questa regione e anche per giustificare le antiche previsioni dei popoli greci e romani che già allora ci avevano visto lungo sulle potenzialità di questa regione in fatto di vini.