L’area vinicola dove si produce il Cirò è una zona ristretta che comprende la costa ionica crotonese e che si addentra fino ai margini del Parco Nazionale della Sila, in una zona collinare ai margini orientali del Parco. Qui il clima è abbastanza temperato, gli inverni sono miti ma ci sono anche delle forti nevicate con cadenza decennale che sono dovute dall’arrivo di correnti polari molto fredde; in estate le temperature sono calde ma il clima è mitigato dalle brezze marine piuttosto fresche che di rado diventano afose per via del libeccio o dello scirocco. Le temperature massime possono sfiorare i 40° in estate ma con assenza o quasi di umidità, in autunno le piogge sono frequenti a differenza degli inverni poco piovosi.
Tutto questo favorisce la coltivazione della vite ed in particolar modo del vitigno del Cirò, punta di diamante della Calabria e primo vino rosso ad aver ottenuto nel lontano 2 Aprile 1969 la denominazione DOC; l’assemblaggio del Cirò viene fatto con uve Gaglioppo per una percentuale minima dell’80%, in aggiunta vengono affiancate delle uve a bacca rossa provenienti da vitigni autorizzati in Calabria in percentuali massime del 20%. Da queste varietà di uve vengono escluse il Barbera, il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Sangiovese e il Merlot che possono eventualmente concorrere per una percentuale massima del 10%.
Le tipologie del Cirò
Le tipologie del Cirò sono tante e comprendono le qualità Rosso, Classico, Classico Superiore, Classico Superiore Riserva, Superiore e Superiore Riserva; per le tipologie del Classico, Classico Superiore e Classico Superiore Riserva vengono utilizzate esclusivamente delle uve prodotte nel territorio appartenente ai comuni di Cirò e Cirò Marina. La resa delle uve non deve superare obbligatoriamente le 11,5 tonnellate per ettaro e il suo titolo alcolometrico volumico è di 12° vol.
Produzione e commercializzazione del Cirò
Per quanto riguarda la produzione e la commercializzazione del Cirò esistono delle regole ferree, tra cui quella di non mettere in commercio il prodotto prima del 1° Giugno dell’anno successivo all’annata di produzione delle uve; nelle tipologie di Rosso Superiore e Rosso Classico Superiore, il Cirò, se viene sottoposto ad un invecchiamento non inferiore ai due anni, può riportare in etichetta la qualifica di Riserva, a partire però dal 1° Gennaio successivo all’annata di produzione delle uve. Nella tipologia del Rosso e del Rosso Classico invece il Cirò può riportare in etichetta la qualifica Superiore e deve avere un titolo alcolometrico volumico complessivo di 13,5° vol.
Caratteristiche e degustazione
Il colore inconfondibile del Cirò è rosso rubino più o meno intenso, i riflessi sono violacei con tendenza al granato e l’odore è gradevole, delicato e intensamente vinoso. Il sapore è secco, molto corposo con toni caldi, armonico e, con l’invecchiamento, assume un sapore più vellutato; questo vino, essendo molto strutturato e corposo, ha bisogno di abbinamenti specifici e adatti, per rendere al meglio e per far valere le sue ottime qualità di vino rosso DOC.
Il Cirò è ottimo infatti per arrosti, capretti al forno e formaggi a pasta dura, per la tipologia del Superiore Riserva l’abbinamento è particolarmente azzeccato con la cacciagione e le carni grigliate, mentre nella tipologia del Classico si abbina con cuore, filetto di bue in crosta e spiedini.