Il rum è un distillato di origine caraibica ottenuto dalla distillazione della melassa ricavata dalla spremitura della canna da zucchero. L’etimologia del nome è incerta, potrebbe derivare dal termine inglese ‘rumble’ che significa ‘gorgogliare, o dal francese ‘bouillir’ ovvero ‘bollire’. Potrebbe essere semplicemente l’abbreviazione del latino “saccharum” nome scientifico della canna da zucchero. Di certo si sa che la distillazione della melassa è una pratica antichissima conosciuta già nel medioevo in India e in Cina.
Il rum come lo conosciamo oggi, ovvero, quello prodotto nelle Americhe e nei Caraibi risale al diciassettesimo secolo. Inizialmente era una bevanda consumata principalmente dagli schiavi impiegati nelle piantagioni di canne da zucchero. Il rum ha una gradazione alcolica compresa tra i 37 e i 48 gradi. La colorazione dipende dall’invecchiamento e varia dal trasparente al giallo-bruno. Il sapore è pieno e al naso ricco di note aromatiche.
Distillazione del rum
La produzione di rum si divide in varie fasi:
La prima fase riguarda la lavorazione della canna da zucchero che viene raccolta e tagliata il più vicino possibile alla base, dove si concentra la maggior parte del succo. Viene macinata subito per evitare che si secchi. Questa fase è molto importante poiché viene operata la prima grande distinzione tra rum industriale e rum agricolo. Il succo ottenuto dalla macinazione può essere destinato alla produzione dello zucchero o esclusivamente a quella del rum. Nel primo caso solo i residui della lavorazione – la melassa – saranno distillati per la realizzazione di rum industriali. Nel secondo caso, invece, il succo estratto (guarapo) viene destinato interamente alla produzione del celebre distillato. Il risultato è il rum agricolo.
Dopo la spremitura il guarapo viene fatto fermentare tramite l’aggiunta di lieviti in grosse vasche da un minimo di 24 ore ad un massimo di due settimane. Il liquido fermentato viene quindi distillato. La distillazione avviene in alambicchi di rame sia discontinui che a colonna. Il liquore distillato viene, poi, messo ad invecchiare in botti di legno di quercia americana carbonizzate all’interno. Il legno delle botti conferisce aromi particolari al prodotto finale.
Terminata la fase dell’invecchiamento si passa a quella della miscelazione tra rum di diverse annate per ottenere il rum standard per ogni produttore. I rum ottenuti dalla miscela di distillati di più annate sono detti “blended”, mentre, quelli di un’unica annata si dicono “millesimato”.
Tipi di rum
Il rum viene solitamente classificato in base al colore del distillato in: bianco, oro, scuro, invecchiato, overproof e speziati. I rum bianchi sono trasparenti e hanno una gradazione alcolica leggera con un retrogusto dolce e profumato. I distillati, dopo l’invecchiamento, hanno un aspetto ambrato chiaro e vengono filtrati con carbone attivo per conferirgli il tipico colore trasparente prima dell’imbottigliamento.
Questi rum sono invecchiati da un minimo di tre mesi fino ad un massimo di un anno e hanno una gradazione del 40%. Viene molto utilizzato per la preparazione di cocktail. I rum oro, o amber, hanno un colore ambrato chiaro. Vengono invecchiati in barili di quercia da bourbon per un minimo di un anno e un massimo di due.
I rum scuri sono corposi e con note dominanti di caramello. Vengono consumati lisci. I migliori rum scuri sono prodotti con alambicchi discontinui e restano ad invecchiare per diversi anni in botti di legno. I rum invecchiati sono dei blended prodotti con rum di varie annate. Il colore varia a seconda dei rum utilizzati. I rum overproof, invece, hanno una gradazione pari al 75% e sono utilizzati per la preparazione di cocktail. I rum speziati, infine, sono arricchiti con l’aggiunta di spezie e frutta come vaniglia, cannella e limone.